Elettronica, che passione!


26/aprile/2011

In questa pagina racconterò la mia storia con l’elettronica, così come ho già fatto per i computer. Purtroppo non sarà corredata di molte immagini poichè non ne ho (le poche che ci sono provengono da Internet).
Perchè??
Per non dimenticare, per ricordare, semplicemente perché mi va di farlo!
Siccome i ricordi sono assai vaghi e frammentari penso che dovrò metter mano più volte al testo man mano che mi verrà alla mente un fatto, un riferimento.

La passione è nata da bambino, primissime esperienze con batterie e lampadine. Come tanti.
Nonostante siano passati molti anni un ricordo pare essere ben radicato: una notte di Capodanno passata dai mie zii, incantato ad osservare lo stereo con  la sua spettacolare (!) barra LED che si illuminava a ritmo di musica. Che magia! Ed io, tutto fiero, pensavo tra me che di lì a breve, finalmente, avrei saputo come funzionava quel dispositivo misterioso poiché avrei iniziato le scuole superiori… di elettronica! Elettronica, quanto suonava poderosa questa parola!

Indimenticabile il mio primo circuito stampato. Difficile dire che età avessi, forse ero ancora alle scuole medie.
Si trattava di un lampeggiatore, sì, sarei riuscito a far lampeggiare una lampadina! Evidentemente ero un ragazzino semplice, mi accontentavo di poco… far lampeggiare una lampadina con un circuito pareva già un successo.
Naturalmente era tutto copiato da una rivista del settore. Dunque ho realizzato il circuito stampato: ai tempi, gli hobbisti lo facevano disegnando le piste sulla scheda di rame con un pennarello indelebile e poi la si immergeva nell’acido per togliere tutte le zone di rame rimaste scoperte (solo successivamente la scoperta dei molto più precisi trasferibili). La scheda andava anche forata per inserire i vari componenti elettronici.
Gran delusione una volta completato il montaggio dei componenti sulla scheda: non s’accendeva nulla! Mannaggia, coma mai?! Controllato e ricontrollato, tutto pareva in regola.
Così mi decido ad andare dal mitico Galliano, il mio idolo del momento in campo elettronico: non solo aveva un negozio di componentistica da cui mi servivo abitualmente, ma ero anche certo che sapesse tutto di elettronica!
Deluso e con l’ingenuità del neofita, ho portato il mio prodotto non funzionante da lui chiedendo cosa potessi aver sbagliato. Solo successivamente, diventato più esperto, ho potuto rendermi conto dell’obbrobrio che gli avevo presentato e del perchè lui, che tutto sa, non mi aveva affatto risolto il problema; ad una cosa era comunque servito, farmi capire che il saldatore a stagno che utilizzavo era del tutto inadeguato e probabilmente mi aveva ‘cotto’ qualche componente. Di norma si usano saldatori con potenza attorno i 20W, il mio invece, regalatomi da mio zio che lo utilizzava nella sua azienda di carpenteria metallica, era da ben… 400W!!! Galliano s’era scandalizzato.  Che figuraccia agli occhi del mio guru!

A parte questo “incerto” debutto, nella mia carriera da hobbysta di circuiti stampati ne ho fatti svariate (davvero!) decine e il più delle volte tutto funzionava. Non scrivo centinaia perché esagererei, ma sono certo di aver superato quota 100.
Quanti alimentatori ho creato, caricabatterie, amplificatori audio, luci stroboscopiche, luci psichedeliche…
Tutte ste diavolerie non le  facevo tanto per fare, ma le utilizzavo, mi servivano! Qualcosa vendevo pure agli amici di scuola. Comprarle  era sì possibile ma i prezzi erano troppo elevati per uno studente senza soldi. Ovviamente non avevo 10 alimentatori contemporaneamente, li ho creati nel corso degli anni andando sempre a migliorare il precedente.
Mi ritengo fortunato ad essere stato ragazzo proprio nell’alba -o  poco dopo- dell’elettronica perchè era molto più accessibile ed  entusiasmante di come lo è adesso. Mi piacerebbe sapere se un giovane di riesce ad appassionarsi come accadeva a me. Sul mercato di oggi c’è di  tutto e a poco prezzo. Ti serve un amplificatore audio? Con che coraggio  te lo autocostruisci? Ad un prezzo ragionevole lo trovi completo di  contenitore, garanzia, manuale d’istruzioni, bello funzionante e magari pure  di una discreta marca! Io desisterei, mi sentirei scoraggiato.

Naturalmente ho fatto anche tante inutilità: era bello anche solo provarle. Ricordo un’enciclopedia che i genitori mi avevano comprato, devo dire ben fatta (a parte il nome banale: Scuola di Elettronica) e da qui  avevo tratto una delle cose più inutili che ora mi viene in mente: la roulette elettronica! Una corona di LED, premevi il pulsante e questi si accendevano in sequenza per alcuni secondi finché, in maniera casuale, ne rimaneva acceso soltanto uno. Stupendo il LED arancione corrispondente alle zero!

Una delle cose ‘fighe‘ che ho costruito è stato un progetto di interazione tra computer ed elettronica, progettato tutto da solo senza copiare nulla.  Avevo realizzato, in un certo senso, qualcosa di simile alle oggi  diffusissime memorie USB.
Premetto che ai tempi le memorie flash, in grado mi conservare dati anche da spente, non esistevano.
Avevo realizzato una scheda con a bordo una memoria RAM da mezzo KB (la storica 2114). La scheda era collegata allo slot ‘parallelo’ (chiamiamolo così) del mio glorioso Commodore 64 ed era dotata di batteria tampone per mantenere i dati anche a computer  spento: un semplice software in BASIC mi permetteva di leggere e  scrivere su questa memoria! Che soddisfazione scrivere qualcosa, spegnere il computer e ritrovarsi il prezioso testo anche dopo qualche ora!  Di più la batteria non avrebbe retto, la RAM essendo di tipo statico (scaldava!) consumava parecchio.

AAhh, quanti pomeriggi passati a fare esperimenti con la bread-board (invenzione geniale!), solo per il gusto di verificare che un circuito funzionasse proprio come avrebbe dovuto. E la sera, terminato l’esperimento, si smantellava il tutto; grazie anche a ciò che stavo imparando alla scuola superiore, qualcosa cominciava ad essere farina del mio sacco: non copiavo più dalle riviste.

La sera spesso scrivevo una dettagliata lista di componenti su un foglietto che l’indomani mia mamma, durante la sua spesa quotidiana, avrebbe portato al negozio di Galliano. Sarebbe tornata a casa con la preziosissima bustina con resistenze o transistor che, subito dopo pranzo, mi avrebbero permesso di rimettermi al “lavoro” e proseguire con le mie creazioni. Che frustrazione quando mancava qualcosa perchè esaurito!

Ormai grandino ed esperto, mi pare verso gli ultimi anni di scuola, ecco finalmente realizzarsi un sogno: l’oscilloscopio! Sì, mi sono comprato l’oscilloscopio!! 900milalire!! Tutto ciò che prima potevo solo immaginare finalmente lo potevo vedere!! Un amplificatore audio funziona, sì, sembra suonare bene, sembra pure avere la potenza teorica prevista ma… sarà così? Finalmente con l’oscilloscopio tutto era svelato!

L’hobby per l’elettronica si è sempre alternato con quello per i computer e talvolta hanno pure convissuto. Tutto è durato finché non ho cominciato a lavorare. E qui la realizzazione di un altro sogno: un lavoro dove ero immerso tra i componenti tutto il giorno, disponevo di strumentazione varia, montavo, collaudavo e riparavo apparecchiature elettroniche! Cosa potevo volere di più?!
Ed è così che un hobby s’è trasformato in lavoro e viceversa. Era immaginabile che questa sinergia non sarebbe durata per sempre,  con gli anni la passione è piuttosto svanita lasciando il posto ad un lavoro come tanti e assai scevro di soddisfazioni.


 


Fotoricordo del mio caricabatterie (NiCd e Pb a vari elementi)
dismesso dopo anni di onorato servizio!
(clicca sull’immagine per ingrandire)

I miei tester, che mi hanno servito sin dal’inizio della mia carriera elettronica.
E’ ormai tempo di pensionarli.
Il primo, digitale, con autorange era una vera innovazione ai tempi!

(clicca sull’immagine per ingrandire)